mercoledì 9 luglio 2014

20° MEDFILM FESTIVAL (day 6) - Recensioni del 9/7

MEDFILM Festival 2014
20° edizione - 4 – 11 luglio 2014


LADDER TO DAMASCUS di Mohamad Malas Libano / Siria / Qatar, 2013, 95'
Concorso Ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese

E’ un film sulla condizione attuale di costrizione delle  libertà dei siriani e sui venti di guerra che la attraversano. Ghalia è una giovane posseduta dall'anima di Zeina, una ragazza che è annegata il giorno della sua nascita. Ossessionata dalla vita passata di Zeina, Ghalia si reca a Damasco per studiare recitazione e scoprire se stessa. Lì conosce Fouad un aspirante regista che resta affascinato dalla dualità di Ghalia. Lui la prende sotto la sua protezione e le  trova un posto per vivere in una casa a Damasco, abitata da giovani siriani provenienti da diverse regioni. Entro i confini della casa e il suo antico cortile si svolge la  piece teatrale, e mentre l'amore di Fouad per Ghalia e Zeina fiorisce, i tumultuosi eventi della guerra civile in Siria, che si intravedono in lontananza nelle strade intorno a loro, invadono progressivamente il loro isolamento idilliaco. Le citazioni sono veramente tante. Da Apocalypse now di Coppola a Il Pianista di Polanski, con lo sfondo del ghetto di Varsavia, e persino un omaggio al noto regista Iraniano Abass Kiarostami. Il finale strepitoso è un grido di dolore  innalzato al Cielo da una scaletta. Di qua il titolo. Merita di essere premiato.

LA CÉRÉMONIE di Paul Vecchiali l Francia, 2014, 20' / v.o. sott. Italiano
Il maestro Paul Vecchiali ci offre lo svolgersi di una giornata e il rito serale di un uomo, Ipotesi 1, o donna, Ipotesi 2. Bellissima la citazione di un proverbio cipriota “non si scende all’inferno per accendere una sigaretta”.


FAUX ACCORDS di Paul Vecchiali l Francia, 2014, 70' / v.o. sott. Italiano

Viene narrata la sconvolgente scoperta da parte di un uomo , dopo la morte del suo compagno, che quest'ultimo aveva rapporti virtuali su Internet con un altro uomo. Egli stampa tutti i messaggi e, dopo aver bruciato tutti i beni del suo partner, inizia a immaginare il corrispondente con due facce diverse a seconda del contenuto dei messaggi. Alla fine, si versa le ceneri del suo partner sul petto nudo. Questo è l’asciutta sinossi che ci consegna Paul Vecchiali. A dispetto del suo stile senza fronzoli, si ritrovano molti modelli peculiari alle ossessioni di questo grande cineasta. La diversità in ogni persona tradotto in una molteplicità di maschere e caratteri. Il posto di rilievo offerto alla storia nello stile dettato di un recitativo o di una recitazione in contrapposizione al mutismo del protagonista. La commistione di un codice morale e la tragedia come orizzonte della produzione cinematografica: il regista, lui stesso protagonista è un uomo sconvolto ma che tranquillamente si aggira tra i precetti della sua sceneggiatura, che sono come fogli di carta gettati a terra, durante la lettura degli scritti del partner morto.


STRATOS di Yannis Economides l Grecia / Germania / Cipro, 2014, 127'
Concorso ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese
Con il materiale utilizzato dal regista di questo noir si potrebbero ricavare due film. Al centro del film e della narrazione contorta c’è il tentativo da parte del protagonista Stratos di organizzare l’evasione di un amico. Non si tratta di un’amicizia strettissima ma è una questione di codice d’ onore e di rispetto per la professione e per l’uomo. Per questo Stratos, che ci viene presentato come un killer a pagamento, pregiato, professionale e desiderato, senza emozioni, dalle espressioni nulle e impassibili, mette un impegno smodato nell’accumulo del denaro necessario  per l’evasione compiendo un assassinio dopo l’altro. Tuttavia il tradimento di alcuni soci rivolterà completamente tutta la seconda metà della storia. Importante la fisicità del volto scavato del protagonista (Vangelis Moukiris) in  un mondo di coprotagonisti assetati di parole e aggressivi che non vogliono altro che convincerlo con un diluvio di aggettivi e aggressioni verbali lunghe e ripetute fino allo sfinimento. E’ sconcertante la foga espositiva di tutto quel mondo che si scontra con il semi-mutismo di Stratos, che guarda tutti in silenzio senza discutere, senza parlare. A partire da questo scenario di totale abiezione morale in cui anche le peggiori rivelazioni sono annunciate con calma e accettate senza discutere, Stratos prepara la propria vendetta in un mondo che viene mostrato come se fosse abitato solamente da delinquenti con riprese su strade, piazze interi quartieri deserti un universo fatto di periferia, miniere, buchi e ambienti squallidissimi. Il finale purtroppo è scontato.

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