sabato 5 luglio 2014

20° MEDFILM FESTIVAL 2014 (day 2) - Recensioni del 5/7

MEDFILM Festival 2014
20° edizione - 4 – 11 luglio 2014

ONCE UPON A TIME di Kazim Öz l Turchia, 2014, 81'
Concorso Internazionale documentari / v.o. sott. Italiano e Inglese

Piccoli gesti quotidiani, come ad esempio acquistare la lattuga al supermercato, nascondono la fatica , il sudore le emozioni di altre persone meno fortunate di noi. Dopo i primi piani e gli zoom in una lussuosa villetta di una famiglia borghese di Ankara e il loro carrello della spesa al supermercato, improvvisamente il regista ci mostra l'altra faccia della medaglia. Siamo nella lontana regione del Kurdistan Turco dove la numerosa  famiglia di Saim intraprende il lungo viaggio dal villaggio di Batman, dove vive, alla volta di Ankara, ove ogni anno si reca insieme ad altre famiglie per lavorare come stagionali nei campi di coltivazione. Le immagini diventano sfocate a rappresentare la dura vita dei campi dalla mattina alla sera. Mentre le giornate scorrono tra fatiche e accese discussioni con brevi pause per un te, qualcosa irrompe nella monotonia. L'amore di due giovani kurdi contrastato dalle rispettive famiglie. I due giovani decidono di fuggire insieme per coronare il loro sogno d'amore. L'apparente clima di condivisione fra le famiglie si infrange e Saim insieme ai suoi è costretto a ritornare al villaggio Kurdo di Batman. Nello stesso momento in un supermercato di Ankara l'insalata, frutto di tante fatiche ed emozioni è lì ad aspettare il consumatore. Peccato che le riprese in digitale non siano di grande qualità perché questo doc  in modo  impeccabile tocca il cuore di ognuno di noi.

SOBRE LA MARXA di Jordi Moratò l Spagna, 2014, 77'
Concorso Internazionale documentari / v.o. sott. Italiano e Inglese
 
Documentario veramente particolare. Prende spunto dalla storia di uno stravagante eremita catalano e utilizza in parte le riprese amatoriali di 45 anni prima quando Garillo, questo il soprannome del protagonista, iniziò a costruire stravaganti labirinti e torri in legno in una foresta vicino ad una strada. Garillo viene ripreso con una videocamera amatoriale da un giovane videomaker come fosse un nuovo Tarzan. Le sue costruzioni utilizzano rigorosamente materiale della foresta e diventano una attrazione per chi percorre la vicina strada. In realtà sono delle vere e proprie installazioni di un inconsapevole artista che lo è per passione. E' veramente ammirevole la perseveranza di Garrillo (al secolo Joseph Pujiula) il quale, tra mille difficoltà, non ultima la cattiveria umana, è costretto per ben tre volte nel corso di tutti questi anni a distruggere con il fuoco le sue installazioni. Ma il suo desiderio del fare è più forte talché ricostruisce questa particolare foresta con la sola abilità delle sue mani. Da qui il titolo del doc.
 
NOI CREDEVAMO di Mario Martone l Italia / Francia, 2010, 170'
Med20 / v.o. sott. Inglese
Era necessaria un'opera poderosa come questa per rivisitare l'iconografia risorgimentale e quanto portò all'unità d'Italia più di 150 anni fa. La versione integrale proiettata nell'ambito del MedFF 2014 dura tre ore e 1/2 ed è divisa in tre parti oltre il prologo. In ciascuna di essa la narrazione ci immerge nella vita di tre giovani meridionali, convinti mazziniani. Angelo, Salvatore e Domenico, quest'ultimo nell'età adulta è interpretato da un granitico Luigi Lo Cascio. Il linguaggio cinematografico del regista Martone, che per l'occasione ha ricevuto dal MedFF 2014 il Premio alla carriera, è rigoroso. Come ricordato nella cerimonia di premiazione dal moderatore Giona Nazzaro le opere di Martone rappresentano lo spartiacque della cinematografia italiana tra il passato e l'oggi, rimettendo a posto ogni mattoncino che costituisce la nostra storia patria. Per il casting Martone ha radunato il meglio degli attuali attori italiani, infatti oltre a Luigi Lo Cascio spicca ovviamente la presenza di Tony Servillo nella parte di Mazzini e persino una attrice d'oltre manica la bravissima Fiona Shaw. Bellissima e ingombrante la voluta e stridente scena in una location attuale di una costruzione abusiva in cemento armato da parte del regista, a voler rammentare la stretta connessione tra il nostro passato risorgimentale, non sempre limpido, e l'attuale situazione morale di una Italia in degrado. Insomma non a caso un cinema che guarda da dentro l'Italia paese al centro del Mediterraneo.

 
 


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