MEDFILM Festival 2014
20° edizione - 4 – 11 luglio 2014
ONCE UPON A TIME di Kazim Öz l Turchia, 2014, 81'
Concorso Internazionale documentari / v.o. sott. Italiano e Inglese

Piccoli
gesti quotidiani, come ad esempio acquistare la lattuga al supermercato,
nascondono la fatica , il sudore le emozioni di altre persone meno fortunate di
noi. Dopo i primi piani e gli zoom in una lussuosa villetta di una famiglia
borghese di Ankara e il loro carrello della spesa al supermercato,
improvvisamente il regista ci mostra l'altra faccia della medaglia. Siamo nella
lontana regione del Kurdistan Turco dove la numerosa
famiglia di Saim intraprende il lungo viaggio
dal villaggio di Batman, dove vive, alla volta di Ankara, ove ogni anno si reca
insieme ad altre famiglie per lavorare come stagionali nei campi di coltivazione.
Le immagini diventano sfocate a rappresentare la dura vita dei campi dalla
mattina alla sera. Mentre le giornate scorrono tra fatiche e accese discussioni
con brevi pause per un te, qualcosa irrompe nella monotonia. L'amore di due
giovani kurdi contrastato dalle rispettive famiglie. I due giovani decidono
di fuggire insieme per coronare il loro sogno d'amore. L'apparente clima di
condivisione fra le famiglie si infrange e Saim insieme ai suoi è costretto a
ritornare al villaggio Kurdo di Batman.
Nello stesso momento in un supermercato di Ankara l'insalata, frutto di tante
fatiche ed emozioni è lì ad aspettare il consumatore. Peccato che le riprese in
digitale non siano di grande qualità perché questo doc
in modo
impeccabile tocca il cuore di ognuno di noi.
SOBRE LA MARXA di Jordi Moratò l Spagna, 2014, 77'
Concorso Internazionale documentari / v.o. sott. Italiano e Inglese
Documentario
veramente particolare. Prende spunto dalla storia di uno stravagante eremita
catalano e utilizza in parte le riprese amatoriali di 45 anni prima quando
Garillo, questo il soprannome del protagonista, iniziò a costruire stravaganti
labirinti e torri in legno in una foresta vicino ad una strada. Garillo viene
ripreso con una videocamera amatoriale da un giovane videomaker come fosse un nuovo
Tarzan. Le sue costruzioni utilizzano rigorosamente materiale della foresta e
diventano una attrazione per chi percorre la vicina strada. In realtà sono
delle vere e proprie installazioni di un inconsapevole artista che lo è per
passione. E' veramente ammirevole la perseveranza di Garrillo (al secolo Joseph
Pujiula) il quale, tra mille difficoltà, non ultima la cattiveria umana, è
costretto per ben tre volte nel corso di tutti questi anni a distruggere con il
fuoco le sue installazioni. Ma il suo desiderio del fare è più forte talché
ricostruisce questa particolare foresta con la sola abilità delle sue mani. Da
qui il titolo del doc.
NOI CREDEVAMO di Mario Martone l
Italia / Francia, 2010, 170'
Med20
/ v.o. sott. Inglese
Era
necessaria un'opera poderosa come questa per rivisitare l'iconografia
risorgimentale e quanto portò all'unità d'Italia più di 150 anni fa. La
versione integrale proiettata nell'ambito del MedFF 2014 dura tre ore e 1/2 ed
è divisa in tre parti oltre il prologo. In ciascuna di essa la narrazione ci
immerge nella vita di tre giovani meridionali, convinti mazziniani. Angelo,
Salvatore e Domenico, quest'ultimo nell'età adulta è interpretato da un
granitico Luigi Lo Cascio. Il linguaggio cinematografico del regista Martone, che
per l'occasione ha ricevuto dal MedFF 2014 il Premio alla carriera, è rigoroso.
Come ricordato nella cerimonia di premiazione dal moderatore Giona Nazzaro le opere di Martone rappresentano
lo spartiacque della cinematografia italiana tra il passato e l'oggi,
rimettendo a posto ogni mattoncino che costituisce la nostra storia patria. Per
il casting Martone ha radunato il meglio degli attuali attori italiani, infatti
oltre a Luigi Lo Cascio spicca ovviamente la presenza di Tony Servillo nella
parte di Mazzini e persino una attrice d'oltre manica la bravissima Fiona Shaw.
Bellissima e ingombrante la voluta e
stridente scena in una location attuale di una costruzione abusiva in cemento
armato da parte del regista, a voler rammentare la stretta connessione tra il
nostro passato risorgimentale, non sempre limpido, e l'attuale situazione
morale di una Italia in degrado. Insomma non a caso un cinema che guarda da dentro l'Italia paese al centro del Mediterraneo.
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