domenica 6 luglio 2014

20° MEDFILM FESTIVAL 2014 (day 3) - Recensioni del 6/7

 
MEDFILM Festival 2014
20° edizione - 4 – 11 luglio 2014

CAIRO DRIVE di Sherief Elkatsha l Egitto, USA, 2013, 77'
Concorso Internazionale documentari /  v.o. sott. Italiano e Inglese

Caotica, rumorosa fino allo sfinimento, ma coloratissima. Si esce dalla sala con queste forti emozioni. Il problema del Cairo, e dei suoi 20 milioni di abitanti, è semplicemente il traffico. Persino durante la “primavera araba” il problema per gli abitanti del Cairo è rimasto il traffico. La narrazione grazie alle testimonianze di automobilisti egiziani, chi stressato, chi rassegnato, chi ancora alle prime armi. Tassisti regolari e non, mamme che accompagnano i figli a scuola, insomma una intera città che interagisce con lo strombazzare dei clacson. C’è un codice di comportamento nel suonare, un colpetto secco “please”, uno prolungato “ma che c…” Altro che Napoli e Palermo, gli egiziani ci surclassano. Bellissime le musiche che accompagnano questa perenne giostra.

BLOODY BEANS di Narimane Mari l Algeria / Francia, 2013, 77'
Concorso ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese
 
Cinema d’avanguardia sperimentale che utilizza musica tecno accompagnata da un sapiente gioco di luci e di ombre. Libera interpretazione della guerra di indipendenza da parte del regista con l’aiuto di un gruppo di adolescenti algerini. Onestamente però potrebbe essere una qualsiasi storia, quale pretesto per liberare la fantasia. Forse per la asciuttezza dei sottotitoli lo spettatore non riesce a immergersi nel caos di tanti voci una sopra l’altra che risultano incomprensibili. Piuttosto può essere d’aiuto a comprendere i sentimenti dell’autore nei confronti della ferita del colonialismo francese. La differenza la fa la bellissima fotografia con sovraesposizioni accecanti.
 
LE CHALLAT DE TUNIS di Kaouther Ben Hania l Tunisia / Francia, 2013, 89’
Concorso ufficiale / v.o. sott. Italiano e Inglese
 
Documentario o finzione? La debole linea di demarcazione in questa pellicola, come ammesso dalla giovane attrice, è dovuta piuttosto ad un fatto contingente. La regista, partendo da una narrazione volutamente documentale sul fenomeno dello “Challat”, letteralmente “lo sfregiatore”, si è ritrovata con l’inconsistenza della storia e dei personaggi. E’ stato quindi necessario ricucire una parte della storia con attori veri. Per alcuni interlocutori il fenomeno dello “Challat” è come lasciare qualcosa di se nell’altro. Infatti la cicatrice ricorderà alla vittima quanto accaduto. Altre terribili testimonianze mettono in evidenza come sia ancora presente la sopraffazione dell’uomo sul genere femminile, sebbene solo dichiarato, che però non ha niente a che vedere con la cultura araba. Fortunatamente in Tunisia l’emancipazione femminile è un dato di fatto. La narrazione, cercando di riannodare i fili di una vicenda del 2003, mostra tuttavia la responsabilità dei media nel manipolare le notizie a suo vantaggio. Un istruttivo esercizio sulla società tunisina vista anche in questo caso da dentro.
 
OMAR di Hany Abu-Assad l Palestina, 2013, 96'
Med20 / v.o. sott. Italiano e Inglese

Ancora una volta sul grande schermo la questione arabo – israeliana sui territori occupati. Raccontata dal punto di vista palestinese. In ogni caso il risultato è che i due popoli, ambedue con diritto di esistenza e di coabitazione pacifica, vengono stritolati dall’odio e da sentimenti di vendetta. Sono soprattutto le vite dei singoli, costretti a scelte estreme e senza via di fuga, a pagarne la conseguenze. La sceneggiatura è magistralmente bilanciata con i suoi spunti controversi tra l’amore, il tradimento, la vendetta. Il film, come è noto, ha ricevuto la nomination all’Oscar quale miglior film straniero, battuto però dal nostro bravissimo Sorrentino. Credo che la differenza l’abbia fatta l’utilizzo in Omar di strumenti narrativi tipici dei film d’azione a discapito delle emozioni. Come ha sottolineato la Direttrice del Festival Ginella Vocca, nel corso della breve presentazione, purtroppo il tema affrontato è attualissimo. Infatti i recenti sforzi per la pacificazione dei due popoli promossi in prima persona da Papa Francesco sono stati vanificati dai nuovi spargimenti di sangue.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento