lunedì 26 maggio 2014

67° Festival di CANNES - Awards Gran Prix a Alice Rohrwacher


Casualmente era stato programmato in streaming per il 25 maggio il passaggio di Corpo Celeste di A. Rohrwacher. Come è noto nella serata del 24 a Cannes è stato premiato con il Gran Prix il secondo film della stessa autrice Le Meraviglie. Mi è sembrato utile, avendo rivisto appunto in streaming il primo, scriverne.

Corpo Celeste   di Alice Rohrwacher  ( Italia 2011)
L’inizio del film si svolge all’alba di un nuovo giorno sul  greto asciutto di un fiume con le luci delle auto che sfrecciano nel buio sul sovrastante viadotto dell’autostrada SA-RC. Questa scena è stata riproposta sempre all’inizio ma con qualche variante nel secondo film dell’autrice. In Corpo Celeste tutto ruota intorno a Marta, giovane adolescente rientrata in Calabria dopo aver vissuto dieci anni in Svizzera, e alla sua famiglia composta da una madre inadeguata  e dalla sorella maggiore in perenne conflitto con lei. Marta deve fare i conti con la prassi che alla sua età ci si prepari e si riceva il sacramento della cresima. A questo punto il film propone una serie di luoghi comuni sulla Chiesa Cattolica come il Parroco arrivista, la catechista svampitella, il Vescovo con l'aria da boss, etc etc. All’epoca la stessa regista smentì questa tesi, ma ormai i media si erano fatti questa opinione che è facile ma deviante. Eppure la Chiesa è fatta anche di altro. La regista alla fine propone il buon sacerdote impersonato da un anziano prete di un paesetto sperduto e deserto, luogo dove lo stesso prete è rimasto emarginato e non accettato dalla comunità locale, ma ben accetto a Dio. Anche per questo il film va interpretato nel senso che è Dio che sceglie gli uomini e non il contrario. La scena del grande Crocifisso che cade nella scogliera ne è l’icona. Infatti il Parroco arrivista, tutto dedito agli affanni terreni, dovrà alla fine arrendersi e fare  a meno di portare in chiesa per la cerimonia della cresima il Crocifisso caduto in mare. La giovane protagonista Marta, nonostante le continue sequenze negative, è ben salda nel suo convincimento di cresimarsi a dispetto di tutto e tutti. In definitiva il film è ben organizzato sebbene la scena finale sia ambigua.  All’epoca il film ricevette il nastro d’argento  come miglior regista esordiente nella selezione  del Quinzaine sempre di Cannes. Le Meraviglie, secondo film della stessa regista, come ho già scritto, non mi sembra abbia lo stesso spessore di Corpo Celeste. Probabilmente si è voluta colmare una lacuna e incoraggiare Alice Rohrwacher per il futuro.

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